La solitudine di Ibra

lunedì 10 ottobre 2011

Il fatto che Ibra abbia dichiarato che il calcio l'avesse annoiato, ha suscitato molto scalpore.


Un campione idolo delle folle, ricco a dismisura, che svolge un'attività che in fin dei conti è un gioco, si annoia!




Perchè tutto ciò?


La mia spiegazione è questa:


il campione svedese, guidato da un ottimo, ma venale manager in pochi anni ha cambiato diverse squadre, con l'unico intento di guadagnare sempre di più.


Con questo atteggiamento ha privilegiato, certamente l'aspetto materiale della sua professione, svilendo però quello emozionale.


Ibra non si è voluto legare, non ha mai voluto essere una bandiera, anche le sue esibizioni in Nazionale sono state spesso imbarazzanti; questo svolgere il proprio lavoro senza sentimenti lo ha stancato per forze di cose.


Diversa è la situazione di campioni come Totti e Del Piero che hanno legato la loro professione, ma anche la loro persona a una città, a dei tifosi e a una squadra.


Un legame che diventa anche emotivo, infatti il problema che si incontra con loro è che non vogliono mai smettere anche se l'età avanza.


Certo è che il carattere e le scelte delle persone non possono essere tutte le stesse e ci sono fior di campioni che hanno cambiato squadra, ma con un altro spirito non solo animati dall' interesse.


O almeno l'interesse è venuto fuori a fine carriera come è successo a Etoo.


Ibra è solo oppure molto più meschinamente sta ponendo le basi per un prossimo trasferimento?

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